È ormai un decennio che lo stadio Flaminio di Roma è in stato di abbandono. Preoccupati per il suo futuro, le associazioni scrivono al Comune di Roma per il suo rilancio.

OGGETTO: Per un rilancio dello Stadio Flaminio rispettoso dell’opera architettonica vincolata e della sostenibilità del territorio, attraverso un percorso di informazione e partecipazione dei cittadini.

Lo Stadio Flaminio, di proprietà del Comune di Roma, è una straordinaria opera architettonica progettata da Pier Luigi Nervi e dal figlio Antonio, realizzata in occasione della XVII Olimpiade di Roma del 1960, che dal 2018 è un monumento tutelato dal Ministero della Cultura per gli elementi che ne fanno un esempio poi copiato in tutto il mondo: l’esemplare integrazione degli aspetti architettonici, strutturali, impiantistici e paesaggistici, la morfologia e la disposizione dei telai in cemento armato gettati in opera, l’esile pensilina in ferrocemento, gli spalti costituiti da gradinate prefabbricate brevettate per il Flaminio, gli ampi ballatoi distributivi perimetrali e la qualità spaziale degli ambienti al di sotto degli spalti.

Lo Stadio comprendeva anche quattro palestre, una piscina, bar, spogliatoi, pronto soccorso, completati da impianti all’avanguardia.

Da 10 anni la struttura è in stato di abbandono. Nel tempo si sono susseguiti annunci di proposte private per il suo restauro e riutilizzo, mai concretizzate, compresa quella ricorrente, ancora in questi giorni, da parte della AS Lazio.

Le scriventi associazioni chiedono che prima di intavolare interlocuzioni con i soggetti interessati sia escluso qualunque progetto che comporti modifiche alla struttura architettonica che non mettano in atto le proposte contenute nel Piano di Conservazione elaborato dall’Università La Sapienza finanziato dalla Getty Foundation, nel quale è stato implementato l’approccio delineato dall’ICOMOS per la conservazione del patrimonio d’interesse storico-artistico del XX secolo.

Chiedono inoltre che le ipotesi presenti e future siano portate a conoscenza della cittadinanza, e che nessuna trasformazione e destinazione sia progettata senza essere stata oggetto di un dibattito con la città, all’interno di un piano che riguardi tutto il quadrante in seguito alla valutazione degli impatti sulla vivibilità del quartiere e che coinvolga gli abitanti in un processo partecipativo, come già per il masterplan e per i servizi locali del Progetto Flaminio – Città della scienza, a monte di ogni decisione.

In fede

Associazione Carteinregola, Fondazione Pier Luigi Nervi Project, DOCOMOMO Italia, Associazione Ranuccio Bianchi Bandinelli, VAS Verdi Ambiente e Società, Cittadinanzattiva Lazio

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