La Coalizione Libera da OGM ha scritto agli europarlamentari per invitarli a votare No alla proposta della Commissione Europea che prevede la deregolamentazione totale dei nuovi OGM, con assenza di tracciabilità ed etichettatura, impedendo di fatto che i coltivatori e i consumatori possano sapere e scegliere.
Il voto in Commissione Ambiente è previsto per il 24 gennaio.
Ecco di seguito il testo della lettera che è stata inviata:
Gentile onorevole,
ci rivolgiamo a Lei perché fra il 24 gennaio dovrà votare in Commissioen Ambiente (ENVI) la bozza di regolamento “Proposal for a REGULAR OF THE EUROPEAN PARLIAMENT AND OF THE COUNCIL on plants obtained by certain new genomic techniques and their food and feed, and amending Regulation (EU) 2017/625 {SEC(2023) 411 final} – {SWD(2023) 411 final} – {SWD(2023) 412 final} – {SWD(2023) 413 final}” relativo ai processi ed ai prodotti ottenuti con l’editing genomico.
Anche gli ultimi artifizi contenuti negli emendamenti per aggirare gli errori contenuti nel regolamento proposto, evidenziati dall’Agenzia francese per la salute e la sicurezza alimentare, non eviteranno l’impatto e i danni che questa deregolamentazione sugli OGM produrrà nel comparto agricolo ed agroalimentare del nostro Paese, che da oltre 20 anni rivendica che i suoi prodotti sono “liberi da OGM”.
Desta particolare preoccupazione la proposta della relatrice Jessica Polfjard (PPE) di assoggettare a valutazione del rischio solo quelle piante geneticamente modificate che non produrranno una proteina chimerica. Un approccio ancora meno scientificamente fondato e precauzionale rispetto alla originaria proposta della Commissione Europea, anch’essa definita antiscientifica dall’Agenzia francese per la salute e la sicurezza alimentare. La maggior parte delle nuove NGT avranno infatti la caratteristica di perdita di funzione, ossia il silenziamento di un gene e la non produzione della relativa proteina. Tutto questo potrà avere però effetti altrettanto dirompenti sulla biochimica e la fisiologia della pianta e sull’ambiente, con rischi che vanno ben oltre quelli che risulterebbero dal breeding convenzionale. Resta inoltre aperto il problema dei brevetti, tema che non gode di adeguata e risolutiva attenzione nel testo, perché richiede un cambio della European Patent Convention approvato da tutti gli Stati Membri. Un processo che, per essere ottimisti, impiegherebbe anni se mai dovesse essere messo in cantiere.
Nel frattempo, dovremo fare i conti con gli impatti economici sui settori di punta dell’agricoltura italiana. La produzione biologica nazionale, pur essendo molto orientata all’esportazione, ha visto crescere la quota di mercato interno. In quindici anni è quasi quadruplicato. Alla fine di luglio 2021 il mercato biologico italiano è cresciuto raggiungendo i 4,57 miliardi di euro. La quota di mercato dei prodotti biologici è stata del 3,4% negli ipermercati e nei supermercati. Secondo l’Osservatorio Sana il valore del mercato biologico al consumo in Italia è stato di 5,474 miliardi di euro (luglio 2022-luglio 2023), con un aumento del 9% rispetto al 2022. Facciamo presente che sia le norme che regolano la produzione biologica che la percezione che ne hanno i consumatori escludono categoricamente la manipolazione genetica.
Inoltre, per i prodotti DOP/IGP/IGT, secondo i dati per il 2021, il valore complessivo alla produzione ammonta a 19,1 miliardi di euro, in crescita rispetto al 2020 del +16,1% e pari al 21% del totale fatturato del settore agroalimentare italiano. I dati delle vendite nella GDO confermano una grande tenuta per questi prodotti, praticamente stabili. E naturalmente, l’export per DOP e IGP nel 2021 vale 10,7 miliardi di euro, pari al 21% sul totale dell’export agroalimentare italiano.
L’associazione delle ditte sementiere ci ricorda che siamo un paese che ha un deficit di sementi convenzionali, ma contemporaneamente anche un importante fonte di export di sementi convenzionali. A livello nazionale, l’attività di moltiplicazione vede coinvolte oltre 19mila imprese agricole con una superficie di 208 mila ettari per le specie agrarie e 33 mila ettari per le specie orticole (dati Assosementi, 2023).
I costitutori e le industrie sementiere concorrenti dispongono già oggi degli strumenti tecnici per indentificare le mutazioni genetiche realizzate con NGT e se ci fosse trasparenza nel processo di costituzione lo stesso sarebbe vero anche per le autorità di controllo sulla sicurezza alimentare e le industrie della distribuzione. Non è quindi accettabile che il regolamento non preveda etichettatura e tracciabilità, fingendo una presunta impossibilità di garantirla. Se portata a termine, questa deregolamentazione danneggerà irrimediabilmente un mercato che l’Italia ha conquistato in 20 anni di applicazione della normativa UE sugli OGM. Le sementi certificate saranno infatti inevitabilmente biocontaminate nella fase della moltiplicazione in campo e i raccolti perderanno la possibilità di essere inseriti nel mercato delle sementi certificate convenzionali. I danni sarebbero incalcolabili, ma proprio per questo uno sforzo di precauzione è fondamentale. La esortiamo dunque a rigettare la proposta di deregolamentazione il prossimo 24 gennaio».
VAS fa parte della Coalizione Italia Libera da OGM insieme ad alcune organizzazioni del mondo agricolo, ambientalista e consumeristico.
Fanno parte della Coalizione: Acli, Adiconsum, Adoc, Adusbef, Aiab, Amica, Assoconsum, Campagna Mamica, Cia, Città del Vino, Cna alimentare, Codacons, Coldiretti, Crocevia, Fai, Federconsumatori, Federparchi, Firab, Focsiv, Fondazione Univerde, Greenaccord, Greenpeace, LegaPesca, Legacoop Agroalimentare, Legambiente, Movimento difesa del cittadino, Slow Food, Unci, VAS, WWF.