Torna il nucleare: annunciato per marzo 2024 il primo vertice mondiale per triplicare la produzione

Per il presidente della Cop28, Sultan Al Jaber “non esiste alcuna scienza” che indichi che è necessaria l’eliminazione graduale dei combustibili fossili per limitare il riscaldamento globale a 1,5°C. La notizia è riportata dal quotidiano britannico Guardian e il Center for Climate Reporting.  Al Jaber avrebbe anche affermato che l’eliminazione graduale dei combustibili fossili non consentirebbe lo sviluppo sostenibile “a meno che non si voglia riportare il mondo nelle caverne”. 

Le prime reazioni a queste dichiarazione da parte degli scienziati sono state definite “incredibilmente preoccupanti” e “rasentano la negazione del clima”. Senza considerare che sono il palese contrasto con la posizione del segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres e il messaggio di Papa Francesco portato a Dubai dal cardinale Parolin.

Le dichiarazioni di Al Jaber sono arrivate in risposta alle domande di Mary Robinson, presidente del gruppo Elders ed ex inviato speciale delle Nazioni Unite per il cambiamento climatico, durante un evento online in diretta il 21 novembre. Oltre a dirigere la Cop28 a Dubai, Al Jaber è anche l’amministratore delegato della compagnia petrolifera statale degli Emirati Arabi Uniti, Adnoc, che molti osservatori vedono come un grave conflitto di interessi.

Più di 100 paesi sostengono già l’eliminazione graduale dei combustibili fossili e se l’accordo finale della Cop28 lo richieda o utilizzi un linguaggio più debole come “eliminazione graduale” è una delle questioni più combattute al vertice e potrebbe essere il fattore determinante del suo successo. Sono necessari tagli profondi e rapidi per portare a zero le emissioni di combustibili fossili e limitare gli impatti climatici in rapido peggioramento.

La terza giornata del vertice è stata arricchita da numerosi annunci e promesse. 

Dagli Stati Uniti arrivano buone promesse. John Kerry, inviato per il Clima di Washington ha dichiarato: chiuderemo tutte le centrali a carbone. Una mossa che viene letta anche come un modo per mettere pressione alla Cina.  

Mentre la vicepresidente Usa Kamala Harris ha annunciato lo stanziamento di 3 miliardi per il Green Climate Fund. 

A preoccupare di più è l’annuncio di Stati Uniti e altri 21 Paesi, tra cui Francia e Gran Bretagna, che si sono impegnati a triplicare la capacità di energia nucleare entro il 2050, affermando che il rilancio dell’atomo è fondamentale per ridurre le emissioni di carbonio quasi a zero nei prossimi decenni. «Non si può arrivare a zero emissioni nette nel 2050 senza un po’ di nucleare, così come non ci si può arrivare senza un certo uso della cattura, dell’utilizzo e dello stoccaggio del carbonio», ha commentato John Kerry, inviato speciale per il clima Usa. Da parte sua, il premier belga Alexander De Croo ha annunciato che il suo Paese organizzerà a marzo 2024 insieme all’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) il primo vertice mondiale sul nucleare.

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