Storica sentenza della Corte Europea dei diritti dell’uomo che ha condannato la Svizzera e per la prima volta si lega la tutela dei diritti umani al rispetto degli obblighi sul clima. L’associazione di anziane donne che ha fatto causa alla Svizzera ha vinto in parte il ricorso. La Cedu, escludendo la violazione dell’articolo 2 dalla sentenza, ha condannato lo Stato elvetico per aver violato l’articolo 8 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo, ovvero il diritto al rispetto della vita privata e familiare, in quanto non ha preso sufficienti misure per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici.

La sentenza svizzera apre a tutti i 46 membri del Consiglio d’Europa a casi simili nei tribunali nazionali.

Le KlimaSeniorinnen, un gruppo di 2.400 donne svizzere anziane, hanno dichiarato alla corte che molti dei loro diritti erano stati violati. Poiché le donne anziane hanno maggiori probabilità di morire a causa delle ondate di caldo . Hanno sostenuto che la Svizzera dovrebbe fare la sua parte per fermare il riscaldamento del pianeta entro l’obiettivo dell’accordo di Parigi.

Respinta invece la richiesta dei giovani portoghesi, ma nonostante appaia una contradizione la Corte Europea ha spiegato il perché del respingimento. 

I bambini e i giovani portoghesi – che a causa della loro età vedranno maggiori danni climatici rispetto alle generazioni precedenti – hanno sostenuto che i disastri alimentati dal clima, come gli incendi e il fumo, minacciano il loro diritto alla vita e li discriminano in base alla loro età.  La corte non ha ammesso il caso, decidendo che i ricorrenti non potevano intentare causa contro paesi diversi dal Portogallo e aggiungendo che non avevano intrapreso tutte le vie legali a dispozione in Portogallo contro il governo.

La corte ha affermato che mantenere il riscaldamento globale a 1,5°C è una parte fondamentale della protezione dei diritti umani, piuttosto che il limite più alto di 2°C che i tribunali avevano utilizzato per pronunciarsi su casi in Germania e Paesi Bassi.

“La loro vittoria [delle svizzere] è una vittoria anche per noi”, ha detto Sofia Oliveira, una richiedente di 19 anni nel caso portoghese. “E una vittoria per tutti.”

Gerry Liston, avvocato dei giovani portoghesi, ha affermato che il riconoscimento che le politiche della Svizzera non erano basate sulla scienza è stato “di gran lunga” l’aspetto più significativo della sentenza. “Nessun governo europeo ha politiche climatiche allineate con valori prossimi a 1,5°C, quindi sarà chiaro a coloro che lavorano sulle controversie sul clima in quei paesi che ora esiste una base chiara per portare un caso nei loro tribunali nazionali”.

Respinto anche il caso francese, portato avanti dall’eurodeputato Damien Carême, il quale ha sostenuto che il fallimento della Francia per fermare il cambiamento climatico ha violato i suoi diritti alla vita, alla privacy e alla vita familiare. Carême ha intentato il caso quando era sindaco di Grand-Synthe, una città costiera vulnerabile alle inondazioni. La corte non ha ammesso il caso perché Carême non vive più lì.

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