SPECIALE RUSSIA-UCRAINA: FRENATA GLOBALE

ISPI – ISTITUTO DI STUDI DI POLITICA INTERNAZIONALE ,19 APRILE 2022

📉 Passi indietro

Crescita ridotta e rischi di recessione. E poi più insicurezza alimentare, debito, inflazione. Gli effetti dell’invasione russa dell’Ucraina sono globali: secondo le stime pubblicate oggi dal Fondo Monetario Internazionale (FMI), la crescita nel 2022 rallenterà in 143 Paesi del mondo.

Rispetto alle previsioni di gennaio la crescita di tutti i Paesi avanzati frena (–0,6 punti percentuali), ma quella dell’Eurozona tre volte più degli USA (–1,1 contro –0,3). Certo, niente a che vedere con gli effetti dell’invasione per Kiev (–40 punti) o delle sanzioni per Mosca (–11). Ma anche il resto dei Paesi non se la passa bene, dalle piccole e indebitate economie dei paesi in via di sviluppo fino a giganti come India e Cina.

🇨🇳 The China connection

E così un quadro già messo a rischio dall’inflazione post-pandemia si complica per guerra e sanzioni. Sanzioni che potrebbero non aver ancora raggiunto il punto massimo: gli USA puntano all’industria bellica del Cremlino, mentre l’Europa sembra (faticosamente) avvicinarsi a colpire le importazioni di petrolio russo.

Per questo il Cremlino va a caccia di “amici” di peso, e guarda con interesse a Pechino. Il problema è che proprio la guerra, assieme ai durissimi lockdown anti-Covid, frena la crescita cinese. Secondo l’FMI quest’anno la Cina crescerà del 4,4%, ben al di sotto dell’obiettivo del 5,5% del Partito. E questo, a sua volta, rende meno probabile che Xi abbia voglia di spendersi (in tutti i sensi), persino per un’alleanza che proprio Xi a febbraio aveva definito “senza limiti”.

🥖 Le vite degli altri

Come spesso avviene a pagare il conto più salato sono i più deboli. La crisi sta infatti avendo un forte impatto sui prezzi dei beni di prima necessità, complicando l’approvvigionamento per quei paesi già esposti a possibili carestie (come Etiopia e Somalia). Prova ne sia che il primo default post-crisi non è stato quello russo, ma quello dello Sri Lanka, costretto a sospendere i pagamenti del debito pur di pagare cibo e medicine.

Eppure, secondo il FMI il commercio mondiale non arretra, le catene di produzione non vengono rimpatriate, e lo yuan stenta a prendere quota come valuta alternativa a euro e dollaro. Insomma, la globalizzazione, e probabilmente anche l’ordine occidentale, per ora non sembrano essere a rischio.

Ma le economie più fragili sì.

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