Al Presidente della Regione Lazio
Nicola Zingaretti
All’Assessore all’Ambiente della Regione Lazio
Mauro Buschini
Al Presidente del Consiglio Regionale del Lazio
Daniele Leodori
Oggetto – Applicazione della legge regionale n. 29/1997, così come modificata dalla legge regionale n. 12 del 10 agosto 2016 e dalla legge regionale n. 17 del 31 dicembre 2016.
Con deliberazione della Giunta Regionale n. 164 del 3 luglio 2013 era stato deciso di procedere al commissariamento di tutti gli Enti di gestione delle aree naturali protette «nelle more della riforma della normativa regionale concernente il sistema della aree naturali protette regionali», comunque «non oltre il 30 settembre 2014».
Ma il 30 settembre 2014 è scaduto senza nessuna traccia della riforma della legge regionale n. 29/1997, che però è stata fatta nel frattempo a brandelli con modifiche apportate da “norme spurie” inserite nella riforma del Piano Casa, approvata alle 5 della mattina del 31 ottobre 2014 e diventata poi la legge regionale n. 10 del 10 novembre 2014.
Con Deliberazione della Giunta Regionale n. 640 del 30 settembre 2014 è stato allora deciso di «stabilire che i commissariamenti straordinari dei suindicati enti dureranno fino alla nomina dei nuovi organi di amministrazione, … e comunque non oltre il 30 settembre 2015».
Anche il 30 settembre 2015 è scaduto senza che si sia provveduto (dopo ormai ben 2 anni) alla riforma della legge regionale n. 29/1997: il giorno prima con Deliberazione della Giunta Regionale del Lazio n. 518 del 29 settembre 2015 è stato deciso di adottare e sottoporre all’esame del Consiglio Regionale la proposta di legge concernente “Modifiche alla legge regionale 6 ottobre 1997, n. 29 “Norme in materia di aree naturali protette regionali”, costituita da soli 7 articoli, poi diventata la Proposta di legge n. 291 del 2 ottobre 2015.
Contestualmente, con deliberazione della Giunta Regionale n. 519 del 29 settembre 2015 è stato deciso di prorogare nuovamente i commissariamenti per un terzo anno, fino al 30 settembre 2016.
Nell’estate del 2016 è stata nel frattempo approvata la riforma della legge regionale n. 29/1997, ma non con la Proposta di legge n. 291/2015 (che è stata accantonata del tutto), bensì con una serie di “norme spurie” inserite nella legge regionale n. 12 del 10 agosto 2016 che ha dettato le “Disposizioni per la semplificazione, la competitività e lo sviluppo della Regione” con cui è stata aumentata fra l’altro di 4 membri la composizione delle Comunità del Parco, è stata diminuita invece di due membri la composizione di tutti i Consigli Direttivi, ad eccezione di quello dell’Ente “Roma Natura”, lasciato inspiegabilmente a 7 membri, e attribuita nuovamente al Presidente di ogni Ente di gestione la rappresentanza legale.
Delle evidenti contraddizioni e dei vuoti normativi della legge n. 12/2016 ci si è resi conto solo alla fine del 2016 e si è corso ai ripari di nuovo con “norme spurie”, inserite stavolta nella legge regionale n. 17 del 31 dicembre 2016 (legge di stabilità 2017): i correttivi hanno riguardato in particolare l’estensione anche all’Ente Roma Natura della composizione del suo Consiglio Direttivo di 5 membri anziché di 7 e la esclusione del rappresentante legale dai nulla osta e dalle Ordinanze di repressione degli abusi, rimesse entrambi in capo al Direttore.
L’applicazione della legge regionale n. 29/1997, così come modificata in due tempi, comportava ad ogni modo l’insediamento dei Presidenti e dei rispettivi Consigli Direttivi, che sarebbe dovuto avvenire entro il 30 settembre del 2016, data della scadenza del mandato di tutti i Commissari Straordinari che dalla data di entrata in vigore della legge regionale n. 12/2016 hanno assunto le funzione di “rappresentante legale” del rispettivo Ente nelle veci dei Presidenti.
Nell’impossibilità materiale di dare piena e completa attuazione alla legge regionale n. 12/2016, con Deliberazione della Giunta Regionale n. 583 del 7 ottobre 2016 è stata rilevata «la necessità, nelle more del completamento delle procedure di nomina dei nuovi Organi di amministrazione, …, di garantire la continuità amministrativa e gestionale degli enti gestori delle aree naturali protette» e conseguentemente è stato ritenuto «necessario prorogare i commissariamenti disposti con la DGR 519/2015 fino alla nomina del Presidente del Consiglio direttivo e comunque non oltre il 30 novembre 2016».
Con singoli decreti del Presidente della Giunta Regionale è stato così prorogato di soli 2 mesi il mandato dei Commissari Straordinari, ad eccezione di quello del Commissario Straordinario dell’Ente Parco di Bracciano-Martignano, Arch. Giuseppe Curatolo, la cui carica è stata poi considerata automaticamente prorogata di 45 giorni ai sensi del 1° comma dell’art. 3 della Legge n. 444 del 15 luglio 1994: la carica è quindi definitivamente scaduta il successivo 14 novembre 2016, lasciando così del tutto irresponsabilmente l’Ente di gestione senza rappresentante legale fino alla nomina del Presidente, avvenuta due mesi e mezzo dopo.
La stessa proroga di 45 giorni consentita dalla legge n. 444/1994 è stata calcolata per la carica di tutti gli altri commissari Straordinari che è scaduta il 30 novembre 2016 e che con la proroga di un mese e mezzo veniva a scadere definitivamente il 14 gennaio 2017.
Risulta che proprio il giorno prima il Presidente della Giunta Regionale ha emanato 11 decreti (poi pubblicati sul supplemento ordinario del Bollettino Ufficiale della Regione Lazio n. 8 del 26 gennaio 2017) con cui ha nominato i Presidenti di altrettanti Enti di gestione di parchi e riserve naturali del Lazio, ad eccezione dell’Ente Parco del complesso lacuale di Bracciano-Martignano e dell’Ente Parco della Riviera di Ulisse.
Gli 11 decreti sono stati emanati dal Presidente della Regione Lazio senza attivare nessun procedimento di evidenza pubblica, tramite apposito avviso di invito a presentare delle autocandidature sulla base delle quali fare poi una selezione, come era stato fatto in passato (ad esempio con l’avviso del 2010).
Dal testo di ognuno dei decreti si evince che c’è stata solo una “proposta dell’Assessore ai Rapporti con il Consiglio, Ambiente e rifiuti”, come prescrive la modifica della procedura stabilita dalla legge regionale n. 12 del 10 agosto 2016, ma non anche il parere della commissione consiliare permanente competente per materia che è espressamente prescritto invece dal 3° comma dell’art. 55 dello Statuto della Regione Lazio.
In modo del tutto autoritario, comunque di dubbia legittimità riguardo anche al mancato coinvolgimento della Commissione Ambiente, il Presidente della Regione Lazio ha nominato Presidenti solo e soltanto i Commissari Straordinari uscenti: in tal modo è stato di fatto mascherato il prosieguo di un commissariamento durato ininterrottamente per ben 6 anni e mezzo.
A più di due settimane di distanza, il 30 gennaio 2017 il Presidente della Giunta Regionale ha provveduto a nominare i Presidenti dei due Enti Parco rimasti per tutto questo tempo senza rappresentanza legale, vale a dire l’Ente Parco del complesso lacuale di Bracciano-Martignano e l’Ente Parco Riviera di Ulisse: lo ha fatto con due distinti decreti (pubblicati poi sul supplemento n. 1 del Bollettino Ufficiale della Regione Lazio n. 10 del 2 febbraio 2017), dal cui testo si evince che anche stavolta non è stato attivato nessun procedimento di evidenza pubblica, ma in modo sempre del tutto autoritario stavolta non sono stati nominati Presidenti i due Commissari Straordinari uscenti.
Una corretta applicazione della legge regionale n. 12/2016 avrebbe dovuto comportare il contestuale insediamento dei Consigli Direttivi dei 13 Enti di gestione delle aree naturali protette regionali: in tal senso sembrava andare il comunicato dell’11 novembre 2016 della stessa Regione Lazio, in cui era stato fra l’altro precisato che erano state avviate proprio in quei giorni «le procedure e le consultazioni con le associazioni per la costituzione dei nuovi consigli direttivi che saranno nominati entro la fine di novembre»: a tutt’oggi, vale a dire a tre mesi ormai di distanza, non risulta essere stato insediato nessun Consiglio Direttivo.
La legge regionale n. 12/2016 prevede dei Consigli Direttivi composti dal Presidente e da 4 membri, di cui due designati dalla Comunità del Parco (da Roma Capitale nel caso dell’Ente “Roma Natura”) e gli altri due dal Consiglio Regionale «sentite le organizzazioni agricole ed ambientaliste».
Per consentire ad ogni Comunità del Parco di designare i due membri in seno al rispettivo Consiglio Direttivo, era necessario provvedere prima al loro insediamento, considerato che dopo le ultime elezioni comunali erano cambiati molti Sindaci e/o non erano stati rieletti i rispettivi Presidenti (come ad esempio nel caso dell’Ente Parco di Veio), per cui l’insediamento era anche e soprattutto propedeutico a convocare ogni Comunità per eleggere sia il Presidente che il Vice Presidente per consentire subito dopo di designare i due membri in propria rappresentanza all’interno del rispettivo Consiglio Direttivo.
Un motivo in più per provvedere comunque ad un nuovo insediamento di ogni Comunità del Parco veniva dal pieno rispetto dalla stessa legge regionale n. 12/2016 che ha obbligato ad aumentare ogni Comunità del Parco di 4 membri, di cui due in rappresentanza delle associazioni agricole e due in rappresentanza della associazioni ambientaliste.
A tal ultimo riguardo risulta al momento che con propria nota dello scorso 29 settembre l’Assessore all’Ambiente Mauro Buschini ha invitato le associazioni ambientaliste «a far pervenire, entro 30 giorni, i nominativi dei propri rappresentati in ciascuna delle Comunità» del Parco dei 13 Enti di gestione delle aree naturali protette regionali, con esclusione dell’Ente Roma Natura in quanto privo di Comunità del Parco.
Non risulta a tutt’oggi che il Presidente della Regione abbia nominato i 4 rappresentanti che si andranno ad aggiungere ad ogni Comunità del Parco.
Come dichiarato l’11 ottobre 2016 dal Presidente della Regione Lazio «si chiude la stagione del commissariamento dei parchi del Lazio e apriamo alla partecipazione dei territori dei sindaci e delle associazioni del settore, per dare una governance più democratica»: nel comunicato viene fra l’altro precisato che «sono state avviate proprio in questi giorni le procedure e le consultazioni con le associazioni per la costituzione dei nuovi consigli direttivi che saranno nominati entro la fine di novembre».
In forza della legge regionale n. 10/2016 i nuovi Consigli Direttivi dovranno essere costituiti da 5 membri, compreso il Presidente, nominato come già detto dal Presidente della Giunta Regionale del Lazio: degli altri 4 membri debbono essere designati «due dalla comunità individuandoli, con voto limitato ai sensi dell’articolo 16, anche tra non consiglieri» e gli altri «due dal Consiglio regionale, sentite le organizzazioni agricole ed ambientaliste».
A causa del loro mancato insediamento le Comunità del Parco non hanno potuto finora designare i due loro rappresentanti in seno al rispettivo Consiglio Direttivo.
Per quanto riguarda invece i due membri del Consiglio Direttivo designati dal Consiglio Regionale, si è venuto a creare un problema sulle forme ed i modi per “sentire” le organizzazioni agricole ed ambientaliste, comunque non più con un avviso pubblico di invito a candidare i due rappresentanti delle rispettive associazioni.
A tal ultimo riguardo l’Assessore all’Ambiente Mauro Buschini, sentito in occasione di un convegno, ha detto che il compito di sentire le organizzazioni agricole ed ambientaliste non spetta a lui, ma al Presidente del Consiglio Regionale Daniele Leodori: a quello stesso convegno ha partecipato il Vice Presidente del Consiglio Regionale Mario Ciarla, che interrogato al riguardo ha risposto che tale compito spetta al Presidente della Commissione Ambiente Enrico Panunzi.
Grazie forse anche a questa confusione, a tutt’oggi il Consiglio Regionale non ha provveduto alla designazione dei due membri dei futuri Consigli Direttivi.
La nomina e l’insediamento dei Consigli Direttivi sarebbe dovuta avvenire ad ogni modo entro il 5 febbraio 2017: in uno Stato di diritto, quale è e rimane il nostro, l’eventualità che non si provveda in tal senso non solo non è ammissibile, ma dovrebbe essere penalmente perseguibile, perché si configura come possibile reato di omissioni di atti dovuti d’ufficio, a maggior ragione per quanto di illecito è nel frattempo accaduto e rischia di accadere da qui alla fine dell’anno in corso.
Riguardo alla Direzione degli Enti di gestione delle alle aree naturali protette istituite nel Lazio il 1° comma dell’art. 24 della legge regionale del Lazio n. 29/1997 dispone che “il direttore dell’ente di gestione è nominato dal Presidente della Giunta regionale ed è scelto in una rosa di tre candidati, individuati tra i soggetti iscritti in un elenco regionale formato e disciplinato con deliberazione della Giunta regionale …., di cui uno designato su proposta del Presidente del consiglio direttivo e due designati su proposta del consiglio direttivo medesimo.”
Pertanto, in assenza del Consiglio Direttivo, per l’Ente Parco dei Monti Aurunci non poteva essere indicata nessuna terna di candidati a svolgere la funzione di direttore, peraltro fino alla fine del mandato del Presidente della Regione Lazio, previsto a febbraio del 2018.
Ma il neo Presidente dell’Ente Parco dei Monti Aurunci nonché commissario straordinario uscente, Michele Moschetta, con Decreto n. 1 del 20 aprile 2017 ha deciso la terna dei candidati da sottoporre al Presidente della Giunta Regionale per la nomina del Direttore dell’Ente Regionale Parco dei Monti Aurunci.
Nelle premesse del suddetto Decreto viene citato il 6° comma dell’art. 14 della legge regionale n. 29/1997 che testualmente dispone: “Il consiglio direttivo è costituito con decreto del Presidente della Giunta regionale che provvede, inoltre, al suo insediamento. Nelle more della costituzione del consiglio direttivo, gli atti di ordinaria amministrazione nonché gli atti urgenti e indifferibili sono adottati dal Presidente del consiglio direttivo.”
Ma in termini di “metodo” la designazione della terna di candidati che è propedeutica alla nomina del Direttore è ascrivibile agli atti di alta amministrazione, che richiedono per l’appunto la funzione collegiale del Consiglio Direttivo, organo rappresentativo delle comunità locali e di coloro che sono titolari di interessi, per cui non può essere fatta rientrare strumentalmente fra gli atti di ordinaria amministrazione ed essere effettuata strumentalmente dal Presidente dell’Ente Parco e quindi da un organo monocratico.
Nel Decreto è stato indicato il sig. Luongo con il nome errato di Giuseppe: per tale motivo il Presidente dell’Ente Parco dei Monti Aurunci ha dovuto emanare un secondo decreto di rettifica n. 2 del 21 aprile 2017.
Nel frattempo la Regione Lazio ha concluso il procedimento di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) relativa alla proposta di Pino di Assetto del Parco di Veio, che avrebbe dovuto essere conclusa fin dal 2013: con determinazione della Direzione Ambiente e Sistemi Naturali G14883 del 14 dicembre 2016 è stato espresso il Parere Motivato ai sensi dell’art. 15 del D.Lgs. 152/2006 sulle osservazioni presentate alla proposta di Piano di Assetto.
Le controdeduzioni, così pubblicate sul Supplemento n. 2 del B.U.R.L. n. 101 del 20 dicembre 2016, lasciano vedere che sono state accolte molte osservazioni che comportano quanto meno la revisione delle tavole della proposta del Piano di Assetto riguardanti la perimetrazione definitiva dell’area naturale protetta, obbligando conseguentemente ad una delibera di adozione del Piano di Assetto modificato da parte del Consiglio Direttivo, ai sensi dell’art. 16 del D.Lgs. n. 152/2006 e ss.mm.ii..
Ne deriva che per causa del mancato insediamento del Consiglio Direttivo il Presidente Giacomo Sandri non può adottare il Piano di Assetto del Parco di Veio nelle veci del Consiglio Direttivo.
Per le stesse ragioni tutti i Presidenti degli Eni di gestione delle aree naturali protette istituite nel Lazio non possono deliberare atti che sono di competenza del Consiglio Direttivo, come ad esempio i bilanci preventivi e consuntivi, il programma pluriennale di promozione economico e sociale ed i progetti per l’utilizzazione dei fondi destinati agli investimenti, ai sensi della lettera c) del 2° comma dell’art. 14 della legge regionale n. 29 /1997.
Per causa di questa inaccettabile inerzia da parte delle SS.LL. gli Enti di gestione delle aree naturali protette istituite nel Lazio sono di fatto “ingessati” o destinati a contenziosi anche di carattere penale nel caso che i Presidenti in evidente eccesso di potere pretendessero di fare le veci anche dei rispettivi Consigli Direttivi.
Non è accettabile nella maniera più assoluta che la Regione Lazio sia la prima a non rispettare le leggi che si è data da sola: la presente vale pertanto come invito e diffida a provvedere il più rapidamente possibile all’insediamento delle Comunità del Parco e dei Consigli Direttivi.
Distinti saluti.
Per Italia Nostra Lazio Ebe Giacometti
Per il Circolo Territoriale di Roma di VAS Rodolfo Bosi
Roma, 26 maggio 2017